Volevo riesumare questa rubrica da tempo, ma tra l’università e la mancanza di libri che mi dessero uno spunto ci ho messo più del previsto. Ma non importa: oggi siamo qui per parlare dei luoghi di un libro che ho amato nel profondo e di come la lista dei luoghi da visitare almeno una volta nella vita diventi incredibilmente più lunga ogni libro letto. Preparatevi a segnarvi queste tre città e soprattutto preparate le valigie che si parte!
La Parigi che mi accoglie fuori dalla Gare du Nord non è quella del cinema. Non ci sono né la Torre Eiffel né gli atelier di alta moda. C’è una strada qualsiasi, con una serie di hotel e uffici di cambiavalute, intasata di taxi e autobus.
Mi guardo intorno. Noto file e file di vecchi palazzi di un color grigio-marroncino. Il loro stile è uniforme e paiono fondersi l’uno nell’altro, con finestre e poggioli aperti da cui sgorgano fiori. Proprio di fronte alla stazione, all’angolo di due strade, si fronteggiano due caffè. Nessuno dei due ha un’aria lussuosa, ma sono entrambi affollatissimi: la gente è ammassata intorno a tavolini rotondi con il piano di vetro, sotto tende e ombrelloni. Sembra così normale, eppure così totalmente diverso.