Recensione ~ “La chimera di Praga” di Laini Taylor

Ehilà bella gente! Sono sempre viva, eh, ho appena finito gli esami − tutti tutti *-* − per cui posso tornare a dedicarmi in libertà al blog senza sentirmi in colpa! E posso postare questa recensione. Telecom oggi pensava di averla vinta ma penso proprio che cada male con me, e ho trovato il modo di postare lo stesso! Doveva arrivare la scorsa settimana, assieme a quella di La città di sabbia, che arriverà domani, seguita poi dall’incredibile bellezza di Sogni di mostri e divinità. A partire dai prossimi giorni ci saranno grandissime cose sulla serie, per cui tenete d’occhio i blog che seguite e buttate un occhio anche alla pagina ❤

La chimera di PragaLa chimera di Praga
Laini Taylor


TITOLO ORIGINALE: Daughter of smoke and bone
EDITORE: Fazi
TRADUTTRICE: Donatella Rizzati
ANNO: 2016 [ristampa; 2012]
PAGINE: 383
La serie Daughter of smoke and bone:
#1 La chimera di Praga (Daughter of smoke and bone) | #2 La città di sabbia (Days of blood and starlight) | #3 Sogni di mostri e dvinità ( Dreams of Gods and monsters)


Karou ha 17 anni, è una studentessa d’arte e per le strade di Praga, la città in cui vive, non passa inosservata: i suoi capelli sono di un naturale blu elettrico, la sua pelle è ricoperta da un’intricata filigrana di tatuaggi, parla più di venti lingue e riempie il suo album da disegno di assurde storie di mostri. Spesso scompare per giorni, ma nessuno sospetta che quelle assenze nascondano un oscuro segreto. Figlia adottiva di Sulphurus, il demone chimera, la ragazza attraversa porte magiche disseminate per il mondo per scovare i macabri ingredienti dei riti di Sulphurus: i denti di ogni razza umana e animale. Ma quando Karou scorge il nero marchio di una mano impresso su una di quelle porte, comprende che qualcosa di enorme e pericoloso sta accadendo e che tutto il suo universo, scisso tra l’esistenza umana e quella tra le chimere, è minacciato. Ciò che si sta scatenando è il culmine di una guerra millenaria tra gli angeli, esseri perfetti ma senz’anima, e le chimere, creature orride e grottesche solo nell’aspetto esteriore; è il conflitto tra le figure principi del mito cristiano e quelle dell’immaginario pagano. Nel disperato tentativo di aiutare la sua “famiglia” Karou si scontra con la terribile bellezza di Akiva, il serafino che per amore le risparmierà la vita.



· Recensione ·

Era stata innocente, un tempo. Una bambina che giocava con le piume sul pavimento della tana di un diavolo. Non lo era più, ora, ma non sapeva cosa farci. La sua vita era questo: magia, vergogna, segreti, denti e un profondo, lancinante vuoto al centro del suo essere, dove, con assoluta certezza, mancava qualcosa.
Karou era tormentata dall’inconscia consapevolezza di non essere intera.

 

Il mondo immaginario più bello in cui mi sia trovata negli ultimi anni, questo ho pensato non appena ho iniziato a leggere questo romanzo. Quest’autrice ha creato un universo che ha tutto quel che di più si può desiderare: degli ambienti meravigliosamente dettagliati e ricchi di sfumature, una storia che tiene incollati col fiato sospeso, dei personaggi affascinanti e profondi di cui innamorarsi. Non so come ho fatto a vivere finora senza averla letta, davvero!
Karou vive in un mondo strambo che i suoi disegni sanno ritrarre alla perfezione, quel che più si avvicina a un padre è una creatura mostruosa di cui conosce poco o niente, è cresciuta circondata da strani compagni decisamente mostruosi anch’essi e non ha la più pallida idea di chi lei sia, da dove provenga o perché deve fare quel che le viene chiesto. Non un parente, non un indizio da cui partire. Diciassette anni, capelli blu, la pelle ricoperta di cicatrici e tatuaggi che in parte non sa spiegare e la propensione a passare il tempo con la testa china sul suo album da disegno, la vita di Karou è a metà tra il mondo degli umani, a Praga, dove frequenta la scuola d’arte e trascorre il suo tempo libero con l’amica Zuzana – geniale, intelligente, dalla battutaCattura sempre pronta – mentre cerca di evitare il suo ex ragazzo, e a metà oltre il portale che la conduce allo sgabuzzino in cui si trovano il Mercante dei desideri, Sulphurus, e le altre chimere, l’unica famiglia che abbia mai conosciuto e per cui gira il mondo, attraverso una porta, alla ricerca di denti e quant’altro sia necessario per qualsiasi cosa succeda là dentro. Perché lei non sa, e se chiede non riceve risposta. Vive a metà, non appartenendo completamente a nessuno dei due, perché se da una parte non può esser sincera con la sua migliore amica, dall’altra le viene negato sapere quale sia lo scopo di tutte le sue missioni. E chi siano esattamente le chimere. Le domande la perseguitano, le riempiono la mente sempre più via via che i suoi viaggi si intensificano e la portano a domandarsi se esistano altre chimere, perché se ne stiano sempre nel laboratorio di Sulphurus e, soprattutto, cosa facciano con tutti quei denti che deve mercanteggiare in giro per il globo. Finché in una stradina di Marrakesh l’angelo serafino Akiva – che sta velocemente bruciando i portali di accesso che anche lei utilizza – non tenta di ucciderla: istinto, puro istinto, eppure Karou gli sembra diversa, lo affascina. Lo fa pensare a un passato da cui per troppo a lungo ha cercato di fuggire.
La sua comparsa è il momento che lei aspettava, probabilmente: risposte, altre domande che le si abbozzano in mente, memorie di un passato sepolto e la spiegazione che finalmente riceve ma che non è quel che sperava. Ma forse è anche il momento in cui Akiva ricorda un tempo in cui aveva immaginato un mondo diverso. Lui – sfuggente e silenzioso a tal punto da parlare più con gli sguardi con le parole – che è nato per la sola ragione di uccidere, cresciuto e plasmato per un unico scopo, ha vissuto un periodo credendo che la pace tra angeli e chimere fosse possibile, prima che gli venisse tolta la speranza. Quella che ha perso, in tutti i sensi possibili, ma che forse in una piccola parte di sé ha sempre sperato di poter ritrovare, di redimersi, nonostante la brutalità di tutti i suoi sbagli e l’essere il principe degli illegittimi, guardato con orgoglio persino dai generali dell’esercito che serve.
Daughter of smoke & bonePersonaggi fantastici, umani nelle loro imperfezioni e splendidi nelle loro virtù, Akiva e Karou sono l’uno la possibilità dell’altro di scoprire, riscoprire un’occasione di vita differente, da non sognare soltanto ma per la quale lottare. Insieme. Perché la loro storia ha il sapore dell’amore proibito, novelli Romeo e Giulietta in veste fantastica che senza saperselo spiegare sono attirati l’uno dall’altra, contro ogni volontà e paura. Ma non è il romance la parte migliore, no. Quel che prende vita qui è la costruzione di un mondo che, nella Praga misteriosa con le sue stradine strette e quel fascino secolare frutto dell’incontro di civiltà diverse, poi esplode non appena si varca la soglia del portale e si resta a bocca aperta dalla magnificenza delle descrizioni, talmente vivide da creare scenari impossibili di fronte agli occhi, con creature talmente originali e piene di particolari da non riuscire a figurarsele del tutto. Si colora di fantasia la realtà, in uno scenario meravigliosamente disegnato e uno stile evocativo, lirico nel suo abbondare in dettagli ed evocativo nel delineare un immaginario a cui con fatica gli occhi e la mente riescono a tenere il passo. Il primo volume di una serie pazzesca, una ventata d’aria nuova nell’urban fantasy e nei romanzi ya, che parte in sordina e ingrana a fatica lanciando il lettore nel mezzo della mischia senza spiegargli niente, lasciandogli assumere i pensieri di Karou e sentirli come propri, per poi esplodere come un fuoco d’artificio e lasciare incantati. Lentamente, intensamente.

 

Tanto tempo fa un angelo e un diavolo si innamorarono.
Non finì bene.

5/5
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9 pensieri su “Recensione ~ “La chimera di Praga” di Laini Taylor

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