Recensione · “Le soglie del buio”, di Virginia De Winter

Amo, adoro questa serie. Se non avessi una borsa di studio da fame e riuscissi a mettere due spicci da parte dopo tutte le spese, i cartacei della serie Black friars sarebbero la prima cosa che comprerei. E lo saranno, perché, sappiatelo, non possono mancare in nessuna libreria. Nemmeno nella vostra, nemmeno se ancora non ne avete letto nemmeno uno.


20446040Le soglie del buio
di Virginia De Winter


EDITORE: self
ANNO: 2014
PAGINE:  68


Dopo la sconfitta del Presidio, la pace sembra tornata per le vie della Vecchia Capitale e nelle Nationes del Continente ma, quando la Principessa Sophia Blackmore intraprende un viaggio per Altieres, strane coincidenze le ricordano che altre insidie si muovono intorno a lei e la costringono a temere di nuovo per la propria sicurezza. Sogni e presagi la riportano ai giorni in cui forze oscure minacciavano la sua vita e le sorti del suo regno. Nella Vecchia Capitale, però, le vicende sembrano suggerire che, questa volta, il pericolo provenga dalla remota e selvaggia Nalvalle.


“Mi chiede la realizzazione di questo,” continuò Bryce pensoso, indicando uno dei fogli. “Possiamo sicuramente trovare un artigiano che l’accontenti.”
“Lo scheletro, signore?”
“No, Morton, il parasole.”
“Avevo compreso, Milord. Era una facezia, Milord.”
Bryce lo guardò con sincero allarme. “Morton, sembra che tu abbia preso il vizio, davvero.”
Il maggiordomo ebbe un’espressione contrita. “Temo di sì, mio signore. Non è divertente.”

Cosa succede quando una delle tue serie preferite di sempre termina? Ve lo dico io: si va in crisi. Quasi mistica, oserei dire. A tal punto che si finisce per rimandare la scrittura dell’ultima recensione per mesi e mai sembra arrivare il momento in cui devi sforzarti di farlo, obbligandoti a prendere atto che di quei luoghi, quei personaggi, quelle atmosfere non saprai più niente. E non è cosa semplice a farsi, comunque. Perché come faccio io a dirvi che questa novella è la chiusura quasi perfetta, seppur troppo breve e in alcuni istanti frettolosa, di un universo dalla bellezza abbagliante, nel quale vorrei immergermi costantemente e che in nessun modo mi stancherà mai? Come posso spiegarvi che dopo aver letto l’intera serie e aver posticipato la lettura di questa per qualche settimana, una volta affrontata, è stato come tornare a casa dopo un lungo viaggio, ritrovare facce conosciute e familiari, situazioni che hanno il sapore del déjà-vu tanto ci si è caduti dentro con tutte le scarpe?
Non lo so come farò, né so quello che ne uscirà fuori se non un guazzabuglio di sentimenti isterici e contrastanti tra loro dovuti alla felicità d’aver letto questa novella e all’angoscia dovuta al rendersi conto che, ora, è proprio concluso il viaggio nella saga di Black friars. E non sono pronta. Specialmente dopo aver terminato queste settanta pagine scarse, nelle quali finalmente possiamo addentrarci nella capitale di Altieres, nelle sue strade invase da un carnevale di gente, colori e odori che quasi sembra di sentire e vedere, filtrati dagli occhi incantati di Sophia. Sophia che è ancora instabile nei suoi nuovi panni, sempre scarsamente fiduciosa di aver saputo legare a sé Gabriel, e quindi sempre pronta a cacciarsi nei guai e a cadere vittima di tutte le sue insicurezze e a regalare brividi di puro terrore a chi l’ama.
È un incanto, il mondo creato da quest’autrice, un universo dal quale, una volta entrati, non si vuol più uscire, diventa un luogo del cuore, nel quale rituffarsi costantemente, al quale tornare ogni qualvolta sale la nostalgia; dispiace averla letta, quasi, perché una rilettura non porterà con sé le sensazioni della prima volta, quell’impeto di passioni che mi hanno tenuta sveglia la notte pur di proseguire. Quasi, però, perché posso assicurarvelo: mi sarei persa proprio tanto. Perché Black friars è quello straordinario viaggio che consiglio a chiunque. Un viaggio che, in quest’ultimo capitolo, pur avendo in queste troppe poche righe il sapore della conclusione, ha un certo retrogusto di prequel, visto che tanti sono gli spunti lanciati e le domande che non trovano risposta. Ma quel che importa non è questo, è semmai il solo consiglio che voglio darvi, perché io non so se la tanto amata De Winter abbia nel cappello per noi vedove della sua saga qualche altro coniglio da tirar fuori all’improvviso (in fondo, mentirei anche se dicessi di non sperarci), però quel che sicuramente so è che è la serie che fa per voi. Che amiate il fantasy oppure no, che vi spaventino le dimensioni abnormi e che preferiate storie dei giorni nostri: datele una possibilità, non ve ne pentirete proprio mai.

Gabriel chiuse la porta senza smettere di fissarla, poi avanzò a lunghi passi verso di lei.
C’era qualcosa nei suoi occhi, una luminosità selvaggia tenuta a freno con un controllo straziante e, quando tese le mani verso di lei,  ogni fibra nel corpo di Sophia si tese di aspettativa venata da un filo di timore: lui era in grado, con il più lieve tocco, di infliggerle un dolore atroce.
Era per ucciderla, in fondo, che aveva cercato il Marchio della Croce al di là di ogni sofferenza fisica e mentale.
Quando posò le mani su di lei, però, furono soltanto calore e forza che le serpeggiarono sopra la pelle.
Gabriel immerse le mani nella vasca, le passò un braccio dietro le spalle e l’altro sotto le ginocchia. La sollevò senza alcuno sforzo, poi, in silenzio, si voltò verso il letto.
Stare con lui era  ogni volta una caduta  in ombre dense di emozioni. Il piacere la portava  fino all’orlo di un precipizio dove lui la tratteneva con quelle sue mani esperte.
Ogni suo gesto aveva un’abilità che le ricordava in che maniera anche troppo dolorosa come lui l’avesse acquistata tra altre braccia.
La sofferenza che poteva infliggerle, dopotutto, non aveva bisogno del Marchio dell’Ordine della Croce.

❤ ❤ ❤ ❤

La serie Black friars è così composta: L’ordine della chiave | L’ordine della spada | L’ordine della penna | L’ordine della croce | Le soglie del buio

5 pensieri su “Recensione · “Le soglie del buio”, di Virginia De Winter

    • Non saprei, perché il finale aperto lascia intuire che potrebbe esserci, così come Virginia che non ha mai smentito del tutto. Chissà… Spero proprio di sì perché di leggere questa serie non ci si stanca proprio mai!

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